News 2018

Notizie, novità e comunicazioni

XVII Congresso Ordinario Unione Camere Penali Italiane

1 settembre 2018

Sorrento, 19-21 ottobre 2018.
Congresso Ordinario Unione Camere Penali Italiane.
Il buio oltre la siepe
La difesa delle garanzie nell’epoca dei populismi

Congresso Ordinario Unione Camere Penali Italiane

Diamola per letta

8 giugno 2018

Storia di mio padre
Stefano Cagliari.

“Guai a quel paese che affida le lotte politiche alle aule dei tribunali e i processi ai moti di piazza e a un’opinione pubblica costruita dai media il cui scopo primario è vendere entrando in ogni settore e sostituendo ogni altra voce”.
Procure che perseguono finalità politico sociali, anziché prettamente giudiziarie, processi mediatici e sommari che condizionano un’opinione pubblica facilmente influenzabile. Era il 1993, non c’era internet né i social network, eppure Gabriele Cagliari, Presidente dell’Eni, da mesi in custodia cautelare in carcere a San Vittore, avrebbe potuto scrivere le stesse cose oggi, 25 anni dopo, se nel frattempo non si fosse suicidato in carcere.
E’ solo uno dei tanti spunti di questo bellissimo libro scritto da Stefano Cagliari, figlio di Gabriele, cioè di uno dei protagonisti della triste e drammatica vicenda di Mani Pulite: arrestato il 9.3.1993 su richiesta della Procura di Milano, rimase a San Vittore per più di 4 mesi. Fu trovato morto il 20.7.1993 nelle docce del carcere. Era al secondo tentativo di suicidio.
Nel libro il figlio racconta la vicenda del padre traendo spunto dalle lettere e dalle poesie che egli scriveva, comprese quelle inviate al suo difensore, ai figli e alla moglie, in cui spiegava con inquietante lucidità le ragioni del suo gesto.
Nei suoi scritti Cagliari denuncia l’uso della custodia cautelare come mezzo di pressione per ottenere informazioni e confessioni, e le condizioni drammatiche del carcere. Al lettore di più di 30 anni dopo tutto questo suonerà terribilmente attuale, in un momento in cui la politica punta in modo miope su un sistema sempre più carcerocentrico e grida allo scandalo non appena si voglia mettere mano, per esempio, a una riforma dell’ordinamento penitenziario in linea con i dettami della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
Vi sarebbe poi da discutere sugli effetti distorti di quella stagione, che fu, com’era dichiaratamente nelle intenzioni, “una rivoluzione” ma che, come tale, lasciò dietro di sé anche lunghe scie di dolore e, come nel caso di Cagliari, di suicidi. Questa però è una riflessione da lasciare alla storia, nell’auspicio che la distanza dai fatti ne favorisca una visione priva di condizionamenti e finalmente oggettiva.

Approfondimento
www.gabrielecagliari.it

Diamola per letta

21 aprile 2018

Il corpo del reato
Carlo Bonini.

Cosa succede quando lo Stato tratta i cittadini come sudditi, quando i suoi servitori ritengono di essere al di sopra delle leggi e pensano di potersi rapportare a un cittadino loro pari come se, invece, fosse un essere inferiore, da punire prima ancora (e con mezzi ben più convincenti!) che intervenga la giustizia, con la sua lenta e farraginosa macchina?
E’ l’interrogativo di fondo al quale cerca di rispondere l’autore di questo libro, ripercorrendo dettagliatamente la storia del c.d. caso Cucchi, uno dei più recenti ed eclatanti casi di “tortura italiana”, – casi che hanno tanto interessato l’opinione pubblica senza però portare la Repubblica ad avere una legge sulla tortura degna di questo nome, (“perché altrimenti si impedisce alla polizia di agire liberamente” chiosano gli illuminati politici nostrani, commettendo un clamoroso autogol).
E’ il 15 ottobre 2009 quando Stefano Cucchi, dopo aver trascorso il pomeriggio in palestra ad allenarsi, viene arrestato mentre cede droga a una terza persona. I genitori lo vedranno a casa di lì a qualche ora, accompagnato dai Carabinieri intenti nella perquisizione domiciliare. Nonostante le ricerche la famiglia non ne avrà alcuna altra notizia finché – incredibile!- 5 giorni dopo non sarà notificato l’avviso di espletamento dell’autopsia.
Cosa gli sia successo, nel frattempo, e quali siano le cause e le responsabilità della morte lo spiega nei particolari il libro, avvincente come un giallo ma, purtroppo, tutt’altro che frutto della fantasia. Il punto di partenza è che il cadavere Cucchi ha due vertebre rotte, ma per arrivare a stabilirlo ci vorranno anni di lotte e ben 4 consulenze.
Va detto che un giudizio complessivo sulla vicenda, a distanza di 9 anni, è tuttora prematuro, visto che davanti al Tribunale di Roma è in corso il c.d. processo Cucchi bis nei confronti dei tre Carabinieri che quella sera arrestarono il geometra romano e che, fino ad ora, non erano stati coinvolti dalle indagini (mentre poliziotti penitenziari e medici sono stati tutti assolti). E’ comunque utile capire gli enormi sforzi fatti dalla difesa di Cucchi e, a monte, dalla sua famiglia, per combattere contro la chiusura ermetica di uno Stato preoccupato più di difendere i propri oscuri apparati burocratici che di accertare la responsabilità della morte atroce di un cittadino.
L’auspicio, tuttavia, è che, al di là degli esiti giudiziari, il caso – e libri come questo – possa portare a una presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica. Senza tanti giri di parole, il prossimo Stefano Cucchi o Federico Aldrovandi potrebbe essere chiunque di noi. Basterebbe capire che lo Stato di Diritto è un bene da salvaguardare preziosamente. In tempi come questi, in cui navighiamo a vista tra violenza, razzismo e giustizialismo, è un ottimismo che fa davvero sorridere, ce ne rendiamo conto.

Diamola per letta

8 marzo 2018

Ho visto l’uomo nero
Claudio Cerasa.

La storia delle aberrazioni del processo mediatico è lunga e costellata da episodi eclatanti. Dal momento che, come si vede tutti i giorni, la questione è quanto mai scottante non è inutile ripercorrere alcuni di questi episodi e capire da dove si sia partiti per arrivare alla drammatica situazione attuale.
In questo libro l’attuale direttore del Foglio, Claudio Cerasa (una delle poche voci che coraggiosamente si battono contro il giustizialismo esasperato dei media italiani), racconta dei celeberrimi fatti di Rignano Flaminio. Lo stile è quello del reportage giornalistico, accurato e dettagliatissimo.
I fatti sono noti: nella primavera del 2006 i Carabinieri di quel placido paesino ricevono le prime denunce circa gli abusi che quelli che di lì a poco sarebbero stati linciati pubblicamente come “mostri” e “orchi” avrebbero commesso su 21 bambini del locale asilo. Si tratta di alcune maestre, una bidella e altre persone che abitano in paese, tutte coinvolte in un vorticoso e violentissimo giro di messe sataniche.
La vicenda assumerà contorni tristemente grotteschi di lì a un anno quando gli indagati saranno arrestati per (tra l’altro) associazione a delinquere finalizzata al compimento di violenze sessuali su minori; a questo punto i fatti, doverosamente amplificati dalla grancassa dei media, diverranno noti al pubblico. Sul sito de “il Foglio” sono riportati alcuni titoli dei giornali dell’epoca. Eccone alcuni: “Quei pedofili ogni domenica a Messa” “I bimbi dell’asilo <>” “nessuna pietà per gli orchi”. Da lì partirà un’isteria collettiva, una psicosi che si autoalimenterà fino alle aberrazioni più clamorose e alla fantasie più incredibili (come le orge sataniche…).
Il resto è storia giudiziaria. Tutti gli imputati saranno assolti perché il fatto non sussiste ma soltanto dopo lunghissimi anni di sofferenze (il processo è stato definito soltanto nel 2014).
Una vicenda ben ricostruita dal libro e che avrebbe dovuto insegnare molto a tutti, operatori del diritto, opinione pubblica e media.
Se sia servito o meno non è nemmeno il caso di dirlo.

Corso di formazione tecnica e deontologica dell’avvocato penalista per il biennio 2018/2020

1 marzo 2018

La Camera Penale di Novara e la Camera Penale di Vercelli organizzano per il biennio 2018 / 2020 il Corso di formazione tecnica e deontologica dell’avvocato penalista, volto ad offrire una formazione e un livello di alta qualificazione professionale in diritto penale, sostanziale e processuale. Il Comitato di Gestione è composto dagli avvocati Giulia Ruggerone, Giuseppe Brusorio e Barbara Garzioli dei Novara e dagli avvocati Cesare Fiorenzi e Cristina Raina di Vercelli, cui potrete fare riferimento per qualsiasi necessità o chiarimento.
Il corso si rivolge ad avvocati e praticanti avvocati intenzionati a svolgere l’attività professionale nell’ambito delle discipline penalistiche. Il percorso formativo – avuto riguardo alle tematiche affrontate, all’impostazione pratico-applicativa e al monte complessivo di ore di formazione – è conforme alle norme contenute nel d.lgs. 30 gennaio 2015 n. 6, nonché al Regolamento per la tenuta e l’aggiornamento dell’elenco unico nazionale degli avvocati iscritti negli albi disponibili ad assumere le difese di ufficio del CNF. Ai sensi degli artt. 2 e 3 del suddetto Regolamento del CNF, a tutti coloro che avranno proficuamente partecipato ad almeno l’80% delle ore di formazione previste dal corso e superato con esito positivo il colloquio finale, verrà rilasciato attestato di frequenza valido ai fini della presentazione della domanda di inserimento nell’elenco unico nazionale dei difensori d’ufficio.
Il corso è in fase di accreditamento come evento seriale ai fini della formazione continua.
Il corso si articola in 30 incontri che, salvo variazioni tempestivamente comunicate, si svolgeranno presso la sala dell’Ordine degli Avvocati di Novara, in via Azario 15, dalle ore 14.30 alle ore 17.30, a partire dal 6 aprile 2018 e sino al gennaio 2020, secondo il calendario allegato e che verrà reso disponibile sul sito internet della Camera Penale di Novara (www.camerapenalenovara.it), nonché sul sito www.ordineavvocativercelli.it e negli spazi di affissione informativa nelle varie sedi giudiziarie interessate.
I relatori, conformemente alle indicazioni dell’U.C.P.I., sono stati scelti tra avvocati, così da assicurare un apporto basato sull’esperienza concreta quotidianamente maturata.

Modalità di iscrizione
Il numero massimo di posti disponibili è pari a 70 unità. Il modulo di iscrizione, allegato alla presente e liberamente scaricabile dal sito internet della Camera Penale di Novara (www.camerapenalenovara.it), dovrà essere completato in ogni sua parte (con particolare attenzione ai dati del richiedente per l’emissione della fattura) e trasmesso all’indirizzo di posta elettronica info@camerapenalenovara.it unitamente ad attestazione di versamento della quota di iscrizione, da effettuarsi esclusivamente tramite bonifico bancario sul conto corrente IBAN IT91G0335901600100000062010, acceso presso la Banca Prossima intestato alla Camera Penale di Novara, ed a copia del tesserino attestante l’iscrizione all’Albo degli avvocati o al Registro dei praticanti. Non è possibile effettuare il pagamento in contanti.
Le domande dovranno pervenire entro e non oltre le ore 19 del giorno 31 marzo 2018 e verranno esaminate solo se corredate dai documenti sopra indicati.
Le domande verranno accolte in ordine di ricezione.
La quota di iscrizione è pari ad
• euro 150,00 comprensivo di IVA per i praticanti e per gli iscritti ad una Camera Penale
• euro 250,00 comprensivo di IVA per gli avvocati non iscritti ad una Camera Penale

Scarica il modulo di iscrizione

CORSO DI FORMAZIONE TECNICA E DEONTOLOGICA DELL’AVVOCATO PENALISTA
PER L’ABILITAZIONE ALLA DIFESA D’UFFICIO BIENNIO 2018/2020

PROGRAMMA

Inizio del corso: 6 aprile 2018
Fine del corso: 31 gennaio 2020

Le lezioni avranno durata di 3 ore ciascuna, dalle 14.30 alle 17.30, con una breve pausa intorno alle 16, presso la sede dell’Ordine Avvocati di Novara, a Novara, Via Azario 15, primo piano.

All’ingresso ed all’uscita i partecipanti dovranno firmare l’elenco delle presenze e dovranno indicare l’orario, in modo da poter calcolare anche in maniera parziale la partecipazione, in quanto è necessario, per poter ottenere l’attestato di frequenza e l’ammissione al colloquio finale, aver partecipato all’80% delle ore di lezione (72 ore su 90).

Scarica il programma completo.

CORSO DI FORMAZIONE TECNICA E DEONTOLOGICA DELL’AVVOCATO PENALISTA
PER L’ABILITAZIONE ALLA DIFESA D’UFFICIO BIENNIO 2018/2020

REGOLAMENTO

Inizio iscrizioni: 12 marzo 2018
Fine iscrizioni: 31 marzo 2018

Inizio del corso: 6 aprile 2018
Fine del corso: 31 gennaio 2020

La Camera Penale di Novara e la Camera Penale di Vercelli organizzano per il biennio 2018/2020 il corso di formazione tecnica e deontologica del difensore penale in conformità al Decreto legislativo n.6 del 30 gennaio 2015 (Riordino della disciplina della difesa d’ufficio) ed al Regolamento CNF del 22 maggio 2015 (Regolamento per la tenuta e l’aggiornamento dell’elenco unico nazionale degli avvocati iscritti negli albi disponibili ad assumere la difesa d’ufficio).
Il corso, a carattere prevalentemente pratico e focalizzato sulle scelte difensive e sui più recenti orientamenti giurisprudenziali e dottrinali, avrà ad oggetto le seguenti materie: diritto penale, diritto processuale penale, deontologia forense, cenni di diritto penale europeo, diritto penitenziario, misure di prevenzione personali e patrimoniali.
Il corso, aperto ad avvocati e praticanti anche non iscritti alle Camere Penali, avrà durata biennale e si articolerà in 29 lezioni (della durata ciascuna di 3 ore) ed una visita presso la Casa Circondariale di Novara con presentazione della struttura da parte della Direzione, per complessive 90 ore e si terrà, come da allegato programma, presso la sede dell’Ordine Avvocati di Novara, in Novara, via Azario 15.
Agli iscritti che abbiano partecipato ad almeno l’80% delle ore di formazione previste dal corso ed abbiano superato con esito positivo l’esame finale (consistente in una prova orale avente ad oggetto le materie del corso) verrà rilasciato attestato di frequenza valido ai fini della presentazione della domanda di inserimento nell’elenco unico nazionale dei difensori d’ufficio.
È in corso la procedura di accreditamento al CNF per il riconoscimento di n. 20 crediti formativi (di cui 4 in deontologia) per la partecipazione ad almeno l’80% delle ore di formazione previste dal corso per ogni annualità.

Modalità di iscrizione
La quota di iscrizione è pari ad euro 150,00 comprensivo di IVA per i praticanti e per gli iscritti ad una Camera Penale e ad euro 250,00 comprensivo di IVA per gli avvocati non iscritti ad una Camera Penale. Gli interessati al corso potranno iscriversi a partire dal giorno 12 marzo 2018 fino alle ore 19.00 del 31 marzo 2018 trasmettendo a mezzo mail all’indirizzo

info@camerapenalenovara.it

Il modulo di iscrizione, la copia del tesserino attestante l’iscrizione all’Albo avvocati o documentazione attestante l’iscrizione al registro praticanti e la ricevuta del versamento della quota di iscrizione, da corrispondere esclusivamente a mezzo bonifico bancario sul c/c. n. n. 62010 intestato a Camera Penale di Novara presso Banca Prossima, IBAN IT91G0335901600100000062010.

L’accesso alle lezioni sarà consentito solo dopo la compilazione del modulo e il perfezionamento del pagamento.
Per ragioni organizzative connesse con la disponibilità e la capienza della sala, la partecipazione al corso potrà essere limitata in base alla capienza massima dell’aula (70 posti).
Nel caso di richieste eccedenti il numero massimo opererà il criterio cronologico d’iscrizione.
Si avvisano i partecipanti al corso che saranno possibili spostamenti di orari e di data delle lezioni, in relazione ai quali verrà dato tempestivo avviso a mezzo mail e con pubblicazione sul sito www.camerapenalenovara.it e sul sito www.ordineavvocativercelli.it.

Le schede d’iscrizione, il presente regolamento ed il programma dettagliato del corso si possono consultare sul sito della Camera Penale di Novara www.camerapenalenovara.it nonché sul sito www.ordineavvocativercelli.it e negli spazi di affissione informativa nelle varie sedi giudiziarie interessate.

Comunicato Camera Penale di Novara

29 gennaio 2018

La Camera Penale di Novara ha preso atto delle dichiarazioni del Presidente del Tribunale, apparse sui giornali locali il 18 gennaio scorso, nelle quali rasserena gli animi – invero un po’ preoccupati di avvocati e cittadini – sottolineando la normalità, anzi la “ordinarietà” dell’attuale situazione del Tribunale di Novara.

Bene, a noi sembra che di ordinario, nel momento attuale, ci sia ben poco:
è normale che ci sia un fuggi fuggi generalizzato (non certo, sempre, motivato da progressioni di carriera) dei Magistrati?
è normale che ci siano processi rinviati sine die in attesa di avere un Giudice che possa celebrarli?
è normale che vi sia una grave carenza di personale e che le cancellerie funzionino a singhiozzo, tanto che a volte gli avvocati perdono delle intere mattinate nella ricerca di fascicoli scomparsi?
è normale che un ufficio, quello G.I.P., che si occupa tra le altre situazioni del delicatissimo settore delle misure cautelari personali e che dovrebbe avere in organico 4 Magistrati stia funzionando con la presenza di due soli Magistrati appena applicati allo stesso ufficio con il coordinatore che, come è noto, sta per essere trasferito in altra sede?

Potremmo andare avanti per molto.

A noi questa non sembra una condizione ordinaria, anche considerato che tanti altri Tribunali “di confine” e a piccolo organico (per esempio Verbania o Busto Arsizio) funzionano bene (oppure non hanno questi problemi).

A noi sembra, invece, che la situazione, che in fin dei conti si risolve nella quasi paralisi di un luogo – il Tribunale sezione penale – in cui si tutelano i diritti dei cittadini, sia preoccupante; e ci allarma ancora di più che chi sarebbe chiamato a gestirla non ne prenda atto e ricerchi immediate soluzioni concrete.

Il Direttivo della Camera Penale